martedì 21 febbraio 2017

LA CAMERIERA








Sui libri di scuola Eva proprio non ci vuole più stare. Lotte feroci in casa praticamente ogni giorno. Del resto questa non è più la sua priorità. Sente che sta crescendo, vuole essere una donna a tutti gli effetti. In realtà è ancora una ragazzina che scalpita per avere la sua indipendenza. Ed è capace di ribellarsi con le unghie e con i denti per ottenerla. Come una tigre famelica in una gabbia mostra tutta la sua aggressività. E' volitiva, ribelle, indomabile. Ha passato tanto tempo a cercarsi un lavoro e finalmente sembra averlo trovato! Da pochi giorni lavora come cameriera in un elegante locale notturno. A prima vista sembra una ragazza un po´ timida, riservata e al padrone le ragazzine così fanno proprio gola. Le chiama "le santarelline" e ci prova un gran gusto a stuzzicarle.

La serata è conclusa, Eva sta per andarsi a cambiare, quando il padrone la chiama con un cenno. E' un uomo attempato, grasso e con pochi capelli. Fa questo lavoro da una vita.

Lei si avvicina, alcune luci sono state spente dal personale, la sala è vuota, sono quasi tutti andati via. Stretta in quel tubino nero, la gonna attillata mette in evidenza il suo fascino acerbo, lui la osserva dalla testa ai piedi senza nascondere lo sguardo invadente. L'uomo la desidera, le guarda la scollatura che esalta i suoi seni rotondi come coppe di champagne, ma a lui non basta guardare e con voce sommessa, la prende per le mani e l'avvicina a se'. Le sussurra che questa sera è stata bravissima, che è molto contento di come ha lavorato. Mentre così le parla, la sua bocca si avvicina sempre di più, quasi a sfiorarle le labbra. La ragazza rimane immobile, un po' incredula, un po' interdetta. La sua bocca tradisce un certo nervosismo. Lui le dice di stare tranquilla e avvicina ancora di più le sue labbra, dandole un leggero bacio, poi un altro e un altro ancora. Eva sente il sangue ribollirle nelle vene, le luci ora sono totalmente spente. D'istinto vorrebbe mollargli uno schiaffo, ribellarsi e correre via, ma prende tempo... aspetta, spera che tutto finisca così. Questo lavoro non vuole proprio perderlo. La paga è buona e le piace lavorare li'.

Lui le accarezza le braccia nude e le mani si fermano sulle spalle, giocherellando con le bretelline del tubino. Poi scende sulla scollatura profonda. Con le sue dita carnose tira verso di sé il lembo del corpetto, scoprendole i capezzoli. Eva non si muove, ma il suo respiro si fa più veloce, ora ansima, il cuore le batte forte nel petto e ha un vuoto strano nel ventre. Lui sorride soddisfatto, le accarezza i capezzoli, glieli stringe forte con le dita, le spalline le scivolano lungo le braccia. Ecco... ora i seni sono nudi. Li accarezza libidinoso e avvicina nuovamente la bocca per baciarla. Eva non riesce a frenare la sua forza bruta e apre la bocca, incontrando la lingua di lui. Quella volgare lingua ispida. Sente che il bacio diventa passionale suo malgrado. Non apprezza, ma non riesce ad opporre resistenza. Poi, come per una tardiva reazione, cerca di divincolarsi e solleva il braccio per colpirlo in volto, ma l'uomo la blocca d’istinto e ora è lui a colpirla, forte, sul viso.

Eva adesso è immobile. Vorrebbe insultarlo, ma mille pensieri le passano per la testa. Anzi, emozioni contrastanti allo stato puro. Non sa più cosa desidera, lo schiaffo violento le causa una eccitazione strana e mai provata. L'uomo l'afferra per il braccio, la strattona. "No no, ragazzina! Le regole le decido io. Tu obbedisci e basta" . Eva non vorrebbe ascoltarlo, non vuole subire questo uomo violento e volgare, questa bestia eccitata e cerca di divincolarsi: "Lasciami, lurido porco!". L'uomo ride. La tiene per il braccio, sa bene che non scapperà. Non più! Lei riprova a ribellarsi. Che caratterino la ragazza! Proprio come piace all'uomo! Lei come un animale selvatico si oppone e lotta, ma l'uomo non la lascia, aumenta la stretta. Le dà un altro schiaffo sul viso. Lei risponde sputandogli addosso. La battaglia è iniziata.


Adesso il padrone le piega il braccio all'indietro, la blocca e inizia a leccarle i seni, a morderle i capezzoli. Più Eva cerca di divincolarsi più lui la stringe. La ragazza non riesce più a muoversi. Poi Eva prova a sferrare una ginocchiata, ma lui inserisce una gamba fra le sue. Lei si sente inerme. Ora, con il braccio libero le afferra da dietro i capelli, le piega all'indietro la testa. Lei lo guarda infuriata, lo sfida. E allora lui le sferra un altro schiaffo. Le sue guance sono rosse, di un rosso fuoco. “Hai capito si o no che il gioco lo conduco io?”.

Gli schiaffi, i modi violenti, l'eccitazione strana che prova... fanno cedere Eva. Ora non si ribella più. L'uomo le ordina di seguirlo. I suoi seni ancora scoperti brillano al buio come diamanti. Lui entrato nel suo ufficio, sedutosi sulla poltrona, le ordina di mettersi sulle sue ginocchia. Eva ubbidisce. Lui ne è soddisfatto, le accarezza le gambe e mangia con gli occhi i suoi seni perfetti ancora nudi. Lei non sa più cosa fare. Le mani violente di lui le accarezzano le cosce, le sente ruvide contro la sua pelle di seta. Il gioco si fa duro. La costringe in piedi davanti a lui. Lei ha un sussulto.

"Tenti ancora di scappare, puttanella?". Fa uno strano fischio e un dobermann dal pelo lucente entra di corsa e si ferma tra i due. Prima guarda il padrone, poi la ragazza. Eva è impaurita. Quei cani l'hanno sempre terrorizzata. Il padrone lo accarezza e le dice di stare tranquilla, non è un cane cattivo ma all'occorrenza sa cosa fare. La ragazza però non si fida e d'istinto fa di nuovo un passo indietro.

"Ah, ma allora non ci siamo capiti! Tu proprio non vuoi giocare stasera …..!Meglio, sara' piu' divertente!". Eva adesso ha uno sguardo più remissivo. Di certo non vuole essere sbranata dalla belva feroce, che al momento sembra tanto quieta. Il padrone è eccitato dalle sue resistenze.

E ora Il momento e' arrivato. Eva e' in trappola, non ha il coraggio di muovere nemmeno un muscolo. L’uomo comincia a stuzzicarla, le infila una mano sotto il vestito e lentamente sposta le mutandine per penetrarla. Eva e' bagnatissima, e' fradicia. Lui spinge ancora di più quella mano bifolca, le sfila del tutto le mutandine. Ora sotto il tubino è completamente nuda. Lui vuole eccitarsi e continua la sua lenta manovra, poi si ferma e la osserva. Il suo corpo è nelle mani di questo vecchio grasso e volgare. Lui la avvicina a sé e le accarezza nuovamente i capezzoli, poi lentamente le sfila il tubino, lasciandola completamente nuda. Ora Eva ha solo un paio di tacchi a spillo neri e le mani di lui sul sedere.

“Lo sapevo che avevi il fisico di una Venere, tesoro”. Cosi' l'afferra, la stringe con tutta la sua forza e la getta a terra. Si sbottona I pantaloni e comincia a strusciarsi sul quel fragile corpo, respirandole in faccia, in bocca, palpandole quelle tette di marmo. Intanto con la lingua assapora le labbra di Eva, lui... preso dai suoi istinti perversi, lei dalla strana eccitazione che prova. La ragazzina si sente schiacciare dal corpo pesante, ma questo senso di costrizione comincia silenziosamente ad eccitarla. Lui le infila la porca mano nella fica, spinge, affonda, è ingordo. Lei si sente costretta, umiliata. E' come una sfida, più lei cerca di divincolarsi, più lui spinge. Ora Eva scalcia, si dimena e lui spinge più forte, le tira I capelli. I suoi occhi lacrimano e mentre sferra calci con quella poca forza che le e' rimasta, poi... cede, ora è in preda al desiderio di essere presa, presa violentemente, intreccia le sue gambe con quelle del padrone e lo avvinghia. Lo stringe forte a se' e il cazzo del suo padrone sprofonda in lei, nella sua fica bagnata, lo sente sempre più dentro, più grosso, più gonfio, più prepotente. Eva sta per raggiungere l'orgasmo, quando lui la lascia. Si alza... vuole tormentarla, usarla e con tono derisorio…. “hei bambolina, come sei puttana... vuoi già godere? Vieni qua che mi fai divertire”. La prende di forza per un braccio e la costringe in ginocchio.

Adesso lui le sta dietro e le allarga le natiche, le infila un dito dentro. Poi comincia a leccarle quel culetto rotondo, sodo, liscio. Probabile non abbia mai visto un culo piu' bello. Glielo succhia avido con quelle labbra ingorde, lo bacia bagnandolo con la sua saliva, lo lecca, infine lo morde. Tutta la saliva cola nella fica di Eva. Poi le infila un dito in quel bel culetto e spinge. Eva geme. L'eccitazione aumenta. Lui estrae il dito e glielo infila in bocca. Lei lo succhia vorace. “Sei proprio una brava puttanella, guardati … stai godendo come una gatta in calore!!!!”. Poi... preso da un raptus di libidine, afferra un martello dalla cassetta degli attrezzi, lasciata li' in attesa degli imminenti lavori di ristrutturazione dell'ufficio. Eva è chinata con la testa a terra, non vede cosa fa l'uomo, lui, dopo aver bagnato quel culetto eccitante con la sua saliva, inizia a infilarle il manico dell'arnese, duro, di legno nel suo culo vergine, Eva strilla di dolore. E piu' strilla piu' lui si eccita. Quel martello entra ed esce senza pieta'. Poi lo estrae e sputa ancora su quel suo buco ormai allargato. “Gattina, come sei brava! Continua cosi'”. Ridacchia spudorato. La sedicenne non ha mai gustato un sesso tanto piccante. Lui prende il suo bel cazzone duro, enorme e lo affonda in quel buco, abusandola. E nel frattempo le strizza quei turgidi seni, li tira, li schiaffeggia, li tormenta, li possiede. Eva urla, ma geme nello stesso tempo. Ha il cuore in gola. Apprezza e odia. Sta venendo. Sta arrivando un orgasmo mai provato.

Eccolo! L'orgasmo arriva. Il padrone la sente tremare. “Brava puttanella, sei venuta! Ma io non ho ancora finito con te!”. La gira ancora, sempre in ginocchio e glielo mette in bocca. Eva non reagisce, spalanca la bocca e lo prende, lo divora, lo succhia. Lo sente fino in gola. Poi con una spinta la getta di nuovo a terra e di nuovo la sovrasta, ma questa volta si siede su di lei, mettendole in faccia quel suo grosso culo flaccido e peloso. E quasi la soffoca. Ma Eva e' ormai sottomessa, lo lecca con passione, poi allarga quel buco osceno, ci sputa dentro e infila tutta la sua lingua. E lui gode, gode, gode. Quella lingua Eva la muove bene, davvero bene, va dentro, in profondita' e poi esce, lo ribagna con tutta la sua saliva, che le cola addosso. Quell'orrendo culo grasso la sta facendo impazzire. E poi scende giu', sui suoi testicoli, duri, enormi, pelosi, li lecca e li rilecca, sembra quasi divorarli. E lui gode, come un maiale … e le lecca la fica, ancora e ancora. Ecco, ora le viene in faccia e la costringe a leccare tutto, a deglutire. Lei e' stordita da tanto piacere.

Poi il padrone si alza di nuovo, la solleva, la riprende per I capelli e sorridendole le dice: “Brava ragazzina, ci sai fare tu, eh! …. pero' mi hai fatto incazzare troppo prima, meriti una punizione ….” e con un fischio richiama la bestia che fino a quel momento era rimasta silente a guardare. “Ora ho voglia di concedermi uno spettacolino, me lo merito ….. cazzo!”.

Il cane si avvicina, annusa la ragazza, stravolta e dolorante. Le lecca un braccio, lei si ritrae. Non e' piu' tanto spaventata dalla bestia, ma quella saliva gocciolante dal muso le fa un po' ribrezzo. Il cane continua, le lecca I seni. Quei magnifici capezzoli sempre più duri. Il padrone sta pregustando lo spettacolino che ha in mente. Eva lo guarda e pensa …. “non avra' mica intenzione di ….”, ma ormai e' fatta, l'uomo di scatto la fa mettere in ginocchio e in un attimo il dobermann e' su di lei, come una furia. Prova e riprova, finché affonda il suo cazzo in quella tenera fica e spinge, spinge, spinge. Non si ferma più ormai. Eva, mani sul pavimento e faccia a terra, sta per piangere dal disgusto e dalla rabbia per essere stata sottomessa e fottuta anche da un cane. Sente entrare in lei qualcosa di enorme, si sente aprire e sfondare. I suoi capelli le lasciano la schiena scoperta. Il padrone ammira la scena, insaziabile. E la bestia continua, non si ferma, ma anzi aumenta il ritmo. Eva si lascia trasportare e all'improvviso sente qualcosa, sente un'emozione forte esploderle dentro, si sente di nuovo avvampare e bagnare. Lo sperma del cane le cola dentro, poi fuori lungo le cosce. E il piacere e' forte, indescrivibile. Si sente una cagna, brava e silenziosa, che accucciata ai piedi del padrone mostra tutta la sua devozione.

Il padrone e' eccitatissimo, prende in mano il suo cazzone, di nuovo gonfio, se lo mena e comincia a sborrare sul sedere di Eva. Il cane lo annusa, lo lecca ed Eva geme, fa per contorcersi, ma il cane la blocca, è uscito, ora le lecca fica e culo, la ripulisce tutta. Lei e' distrutta, sfiancata, incapace di pensare, inerme. L'uomo ora e' soddisfatto. La ragazzina e' stata domata. Le dice che domani sera, quando tornerà al locale, dovrà far si che la scollatura sia più generosa e che sotto la gonna non indossi nulla. Ai clienti piace così. Lei annuisce. Ora ha capito che tipo di lavoro e' il suo. Era entrata innocente e adesso si ritrova sporcata dalla libidine, ora è una puttana. Se sara' brava e fara' tutto quello che loro vogliono, guadagnera' tanto, guadagnera' molto, altrimenti finira' come lavapiatti, a soddisfare il resto della servitu' e sempre, e comunque sempre il suo padrone.

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